3. Riassuma in poche parole cosa ha significato per Lei scrivere quest’opera.
Quest’opera è la raccolta delle mie poesie, alcune edite e altre inedite. Per l’occasione ho messo dentro pensieri, giochi di parole, fotografie, commenti presi qua e là di amici e lettori. Ma la cosa più bella è stato ripercorrere i momenti condivisi con dei collaboratori straordinari: Arnoldo Foà, Nando Gazzolo, Remo Girone, Detto Mariano, Riccardo Cimino, Giorgio Onorato, Alessandro Quasimodo, Silvan.
4. La scelta del titolo è stata semplice o ha combattuto con se stesso per deciderlo tra varie alternative?
La scelta del titolo è stata dettata dal mondo che viviamo, dove tutto sembrerebbe diventato: violenza, indifferenza, aridità, dissacrazione, distruzione, guerre e morte. Ebbene, nonostante tutto nel cuore degli uomini, ancora “C’è tanta poesia”.
5. In un’ipotetica isola deserta, quale libro vorrebbe con sé? O quale scrittore? Perché?
Se fosse un libro sicuramente uno con tutte le poesie di Salvatore Quasimodo. Se fosse uno scrittore, Stephen King, solo per aver scritto “Stagioni diverse” che ha ispirato il film “Le ali della libertà” con l’episodio Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, e poi “Il miglio verde”. E poi i numerosi altri che vorrei raccontati da lui.
6. E-book o cartaceo?
Anche E-book va bene, la modernità è un’esigenza di tutte le generazioni, ma senza buttare il cartaceo. Tanto quello che si butta con una mano poi lo si raccoglierà con due, ed è ampiamente dimostrato.
7. Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
La voglia di scrivere ce l’ho da sempre, mi sono deciso un po’ tardi ma senza prendermi sul serio. Poi un bel giorno ho scoperto su YouTube, tra i tanti questo commento: Sandrino Aquilani, fine poeta contemporaneo … mi sono sentito come “sdoganato”, ma senza pretese.
8. Come nasce l’idea di questo libro? Ci racconterebbe un aneddoto legato alla scrittura di questo romanzo?
Per la verità si tratta di una raccolta di poesie edite e inedite, che vuole essere un omaggio ai miei cari amici Arnoldo Foà e Nando Gazzolo, con cui ho avuto una collaborazione straordinaria, che mi ha arricchito di umanità.
9. Cosa si prova a vedere il proprio lavoro prendere corpo e diventare un libro?
È come l’illusione di aver fermato il tempo, di poterlo stringere tra le mani e ritrovarlo ogni volta che ne senti il bisogno, sfogliando e rispogliando quelle pagine che dicono ben oltre quello che scrivono.
10. Chi è stata la prima persona che ha letto il suo libro?
Alessandro Quasimodo, quando gli ho chiesto se potevo avere l’onore di una sua prefazione, che appunto apre il libro.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Ho iniziato a pubblicare audio libri dall’anno 2000 e da qui che sono nate le mie fantastiche collaborazioni con Arnoldo Foà, Nando Gazzolo, Remo Girone, con Detto Mariano, con mio figlio, con Riccardo Cimino e il suo Studio Suoni. Nelle varie presentazioni ho sempre inserito questa battuta: “Ecco un nuovo libro per non vedenti e non leggenti, i non vedenti lo sappiamo sono impossibilitati alla lettura e quindi l’ascolto è per loro un dono meraviglioso, mentre i non leggenti sono i pigri, quelli dei vorrei leggere ma non ho tempo, e quindi da oggi senza più scusanti.” Ben venga l’audio libro, ma il cartaceo resterà sempre una frontiera.